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Kikko Gumi Sageo

Gli antichi giapponesi, sicuramente influenzati dalle loro credenze religiose, nonché dal loro particolarissimo rapporto con la morte, usavano trasferire in molti oggetti di uso quotidiano dei simboli che facessero riferimento al concetto di “lunga vita”: la tartaruga (kikko, in giapponese) è uno di questi.

Ma dato che nel medioevo giapponese l’attività principale, nei ceti più elevati, era … la guerra (!) il simbolo dell’esagono – rappresentante la tartaruga – era presente soprattutto nelle finiture di armi ed armature.

Purtroppo tali finiture (in particolare gli odoshi per le armature e i sageo per le spade) essendo realizzati in seta, non hanno “sopportato” molto bene lo scorrere del tempo e quindi ce le sono arrivate pochissime integre fino a noi.

Ad esempio, quello illustrato nella foto qui sotto rappresenta un sageo (la corda piatta che serviva a legare la spada alla cintura) realizzato fin dal periodo Heian (784-1184 A.D.)

Inutile dire che per me è stata una enorme soddisfazione personale, dopo oltre 1 anno di ricerche e di tentativi) essere riuscito e riprodurne uno, secondo uno dei “pattern” (modello di intreccio) dell’epoca.

E’ realizzato mediante il telaio “takadai” (vedi nel sito) con 52 tama (bobine di filo), ognuna delle quali può avere dai 5 ai 30 fili di seta per costituire il filo principale.

Ho provato la sensazione di ricostruire un pezzetto di storia giapponese.

 

 

 

Sageo con kumihimo takadai

Se a qualche “tsukamaki” (è l’artigiano giapponese che realizzava le impugnature delle spade) può interessare, ho appena finito la costruzione di un telaio “takadai” (versione occidentale, più alto per poter lavorare da seduti) col quale realizzare dei sageo con molti più fili di seta (fino a 64) rispetto al “normale” marudai per kumihimo.
Inoltre il takadai consente di realizzare incroci che generano righe parallele al senso della lunghezza (e non solo oblique, come nel marudai).
Questo consente la realizzazione di intrecci anche per armature, obi, anche con “pattern” storici come, ad esempio, il “kikko gumi”, la famosa tartaruga (kikko) ad esagono tipica di molti shogunati, Tokugawa compreso.
Una precisazione: i fili che vedete nell’esempio sono da 0,5 mm; il sageo è largo, complessivamente 12/13 mm

  

  

Sageo fatto a mano

Quello che sta nascendo, al centro del telaio in legno, è un sageo, cioè il cordoncino piatto, lungo circa 220 cm., che serve a legare alla cintura (obi) di un kimono una spada giapponese (nihonto).

Lo sto realizzando a mano con un telaio giapponese (marudai) ed utilizzando una tecnica ed un pattern che risale al medioevo (ante 1500), dopo il quale invece si sono affermati telai (es.: takadai) più simili a quelli europei e che utilizzano molti più fili sottolissimi di seta. Il marudai, al contrario “gestisce” solo un max di 36 fili di più elevato spessore (1-2 mm).

Con questo telaio però è anche possibile fare cordoni rodonti (es.: per armature kendo), piattine per intreccio tsukaito (l’impugnatura della katana), e decorazioni di armature fino ad un max di 5 cm di altezza (lunghezza infinita).

Un tempo erano proprio i samurai a farseli personalmente utilizzando il metodo del kumihimo, ora molto diffuso tra il gentil sesso.

Ci ho messo un bel po’ per imparare, ma adesso i risultati sono … discreti (per un giapponese …. grossolani).

Spero vi piaccia. Ovviamente l’obiettivo è il restauro di spade e finimenti antichi. Ciao